giovedì 25 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
OCCHI DI VELLUTO
lunedì 22 dicembre 2008
Colori nel Vento
Principessina e Il Cavaliere Bianco
By
M a s s i m o
Stavano galoppando al trotto l’uno di fianco all’altro quando improvvisamente Principessina spronò il destriero al galoppo. “Prendimi se ci riesci “ gridò rivolgendosi allo stupito Cavaliere, lui si lanciò all’inseguimento lungo il sentiero che conduceva alle dune in prossimità della spiaggia. Oltrepassarono le dune cosparse da vari tipi di vegetazione tra cui spiccava la soldanella per i suoi colori rosati, infine si affiancarono di nuovo proseguendo in silenzio fino al porto ove il vascello era pronto a salpare. Il Cavaliere scese dal destriero lasciando le briglie ai marinai per imbarcarlo. Nello stesso istante, senza proferire parola, la fanciulla spronò il cavallo al galoppo dirigendolo verso la ripida scogliera, con stupore il Cavaliere la vide sparire dietro le alte dune, unica traccia di lei la polvere alzata dagli zoccoli del cavallo. Il vascello stava prendendo la via del mare, il Cavaliere non staccava lo sguardo dalla scogliera ma di Lei non vedeva più nemmeno quel sottile filo di polvere nell’aria, quando aveva perso ormai ogni speranza la vide apparire sulla punta più alta della scogliera. Lei passò la mano intorno alla testa sciogliendo il velo setato che proteggeva i capelli, alzò la mano che teneva il velo azzurro, la lunga chioma bionda ondeggiò preda del vento, come a salutare con tutta se stessa il Cavaliere infine lasciò catturare dal vento il velo azzurro. Volteggiò più volte nell’aria poi un soffio più forte lo spinse verso il vascello trasportandolo nelle mani del Cavaliere. Non staccando lo sguardo dalla figura di Lei che piano piano si faceva più piccola, inebriandosi del profumo di rose selvatiche della sua Principessina si cinse il collo dei suoi colori. Una lacrima, forse dovuta alla brezza marina, si affacciò sulle ciglia del Cavaliere….
Colori nel Vento
domenica 21 dicembre 2008
CUORE IN TEMPESTA
martedì 16 dicembre 2008
OMBRE
strane
a me non consuete.
Certo provocano
immagini nuove,
sensazioni forti,
desideri
che nella penombra
assumono forme e geometrie
delle ombre.
La figura sconosciuta
muovendosi sinuosamente
fa muovere
a momenti allungandole,
a momenti accorciandole,
e poi facendole ruotare
attorno ad essa
già affascina.
Il buio le accoglie,
ma è solo quel raggio di luce
che le descrive
fondendole,
quasi per miracolo,
alla notte,
ma con contorni netti
ad essa le unisce,
e al tempo stesso,
quasi in una danza di nobiltà,
le distacca...
Sinceramente
Rosanna
venerdì 12 dicembre 2008
mercoledì 10 dicembre 2008
Cala di Luna
La notte scese improvvisa avvolgendo la città in un fitto manto di nebbia, le ombre dei lampioni svanivano sul selciato umido, il silenzio venne interrotto dallo scalpitio degli zoccoli di un destriero bianco, uscì dalla folta foschia come un raggio di luce attraversa la serratura di una porta. Il Cavaliere Bianco riconobbe subito il destriero gemello al suo di cui Principessina gli aveva fatto dono. Senza indugiare spronò il cavallo andandoli incontro, quando i due magnifici esemplari si trovarono l'uno di fronte all'altro il Cavaliere sussultò nel vedere le condizioni del destriero, smarri lo sguardo sulla sella vuota di Principessina, una delle staffe pendeva anomala come se avesse trascinato il corpo di chi lo cavalcava, la sella argentata aveva dei profondi graffi e il manto bianco del cavallo era sporco di fango e piccole macchie simili a sangue. Corse il pensiero a Principessina, una fitta attraversò il petto del Cavaliere Bianco, alzò lo sguardo sulla coltre di nebbia che aveva inghiottito la foresta di cemento, poteva intravedere solo alcune cime dei poderosi alberi metallici.
Il pensiero di quella fanciulla sperduta tolse ogni timore, unendo le redini dei due destrieri si lanciò al galoppo nell'inquietante oscurità della foresta. Seguendo il destriero di Principessina giunse fino al lago la cui superficie era ricoperta da uno strato di ghiaccio, incastonato in esso vide tanti petali di rosa il cui colore andava scurendosi perdendo ogni vitalità. A tale vista l'Anima del Cavaliere lanciò un grido disumano, scese da cavallo impugnò la spada e sollevandola con entrambi le mani sopra la testa con un colpo deciso scarico la forza di quell'urlo che percuoteva l'Anima. La lama penetrò la superficie ghiacciata, il calore dell'Anima si trasferì sulla lama affilata sciogliendo il ghiaccio. Lentamente i petali riacquistando il loro colore vivido liberandosi dalla loro prigione emersero aerei nell'aria illuminando le acque cristalline del Lago e un sentiero prominente ad esso. Il Cavaliere seguì il volo dei petali, inoltratondosi nel fitto bosco potè avvertire il diffondersi del profumo dei petali, profumo di rose selvatiche il preferito da Principessina. Ad un tratto i petali si riunirono adagiandosi su un roveto, gocce di rugiada li avevano appesantiti, il Cavaliere ne raccolse uno sul palmo della mano, ben presto si rese conto che non erano gocce di rugiada ma bensì lacrime, attraverso quella limpida goccia avvertì il dolore, la sofferenza della fanciulla smarrita nell'oscura foresta di cemento. La lacrima, scivolando dal palmo della mano del Cavaliere, cadde a terra spargendo luminescenza lungo il sentiero, chinandosi il Cavaliere raccolse un frammento di quel bagliore, era un frammento delle vesti di Principessina.
Chinato su di esso non avvertì l'avvicinarsi della bestia, fu il nitrito dei destrieri a farlo sobbalzare ma ahimè i denti aguzzi dell'animale affondarono sulla spalla del Cavaliere lacerando le vesti e irrorandole di sangue. Certa della vittoria la bestia attaccò di nuovo, lui se ben stordito attese l'attacco quando le fauci della bestia si aprirono per lambirli il collo con l'ultima forza rimastogli il Cavaliere Bianco lanciò il frammento argentato del mantello di Principessina. La bestia come era giunta si dissolse nella fitta nebbia. Dalla ferita sgorgava copioso il sangue, l'arsura si era impadronita delle labbra del Cavaliere, con fatica riuscì a prendere le redini dei destrieri, non avendo le forze per cavalcare si lasciò trascinare da essi. Con delicatezza lo portarono sulle sponde del lago lasciando che l'acqua cristallina sfiorasse il suo volto, entrambi iniziarono a nitrire sollevando le zampe anteriori, dalle acque emerse la figura splendente della Dama, impugnava l'elsa di una spada altrettanto luminosa
su la cui lama c'era inciso una parola Amore. La Dama con fare gentile lievitò intorno al Cavaliere poi pose la lama luminescente sulla sua ferita, lentamente si cicatrizzò fino a scomparire e anche le vesti a suo tempo donateli da Principessina ritornarono intatte nel loro bianco immacolato. Porgendo la spada al Cavaliere la Dama sorrise per poi dileguarsi nelle acque del lago illuminandolo in tutto il suo splendore.
Il Cavaliere, ripresosi dalla brutta avventura,consapevole che avrebbe incontrato altre difficoltà affrontò di nuovo l'impervia foresta. Seguì nuovamente il sentiero fino al rovo ove i petali di rosa si erano posati erano stranamente scomparsi, anche i frammenti argentei del mantello di Principessina stavano perdendo la luminosità. Il presagio di pericolo per la fanciulla lo indusse a cavalcare per gli antri più oscuri ove si ergevano dirupi rocciosi ai cui piedi giovani aquiloni erano stati privati dei propri colori nonché delle ali trafitte da punte di lance finissime da cui sgorgava un liquido insano.
Altri stavano lanciandosi dalle alte creste illudendosi di volare nel cielo di cartone.
“ Non posso liberare chi giace”
pensò il Cavaliere Bianco
“Ma posso liberare i fili che ancorano chi può volare di proprio volo.”
Puntò la spada donatali dalla Dama sul cielo plumbeo, il cartone si dissolse sotto l'iridescenza
dell'Anima che irradiava nel cielo i colori dell'iride, i giovani aquiloni librarono attraverso quei colori raggiungendo l'immenso azzurro ove i gabbiani attendevano per unirsi a loro. Il Cavaliere puntò la spada verso il basso immediatamente dai dirupi giunse lo stridio delle unghie dei demoni che si frantumavano sulle aguzze rocce. Era oramai giunto ai confini della foresta ma di Principessina non aveva trovato altri segni, improvviso il destriero si fermò sollevando una zampa, il cavaliere scese per verificare che il cavallo non avesse ferite o magari perso uno zoccolo. Sollevato la zampa del cavallo scrutò lo zoccolo, incastrato in esso trovò la spilla dell'orecchino di Principessina mancante della pietra di acqua marina che doveva esserci incastonata, prese la spilla e la mise nella sacca del suo mantello. Avvolto dalla fitta nebbia, procedendo con cautela, abbandonò la foresta avventurandosi verso la scogliera. Giunto sul margine lo zoccolo del cavallo urtò una pietra cadde nel vuoto ma non rimandò alcun eco d'impatto con il terreno, il Cavaliere comprendendo la profondità del baratro scese di sella e affidandosi alla sorte e alla spada della Dama iniziò la discesa aggrappandosi alle rocce aguzze. Il vento gelido sferzava il volto e le mani, le dita si stavano intorpidendo arrancando sulle spinose rocce, un piccolo errore e la caduta sarebbe stata inevitabile. Stremato si fermò su una sporgenza simile ad una nicchia, da un cespuglio un piccolo bagliore attirò la sua attenzione, allungò la mano nel cespuglio raccogliendo la piccola pietra luminosa, nel suo palmo teneva l'acqua marina dell'orecchino di Principessina. Sapendo di essere sulla pista giusta le forze si rinvigorirono, proseguì fino all'ingresso della torbida caverna ove un alito fetido e gelido lo sfiorò prima di essere inghiottito dal buio. Stalattiti umide e ammuffite nascondevano gli occhi rossastri dei piccoli demoni sentiva la loro presenza era pronto alla battaglia ma nessuno si fece avanti, così giunse nel cuore della caverna la grande stanza cosparsa di stalattiti nere e fetide ove l'odore di muffa imperava violentando le narici. Da una nicchia una stalattite emergeva su tutte le altre su di essa si era rifugiata Principessina sconvolta, tremante, impaurita dalla folla di gnomi che cercavano di arrampicarsi per raggiungerla e schernire la sua bellezza come già tentavano di fare lanciandole frammenti di muffe.
“ Ti prenderemo” urlavano mostrando le mani sporche e le unghie piene di muffe.
Principessina, rannicchiata su se stessa, si copriva il volto cosparso di lacrime.
“ Dove sei!!!???” Gridava la sua Anima invocando il Cavaliere Bianco.
Lui, se pur felice di averla finalmente trovata, restò un attimo ad ascoltare quella voce che solo loro potevano udire.
“ Sono qui, non temere” Rispose infine l'Anima del Cavaliere.
Principessina alzò lo sguardo verso l'ingresso della grande sala e vide la spada del Cavaliere illuminarsi mentre tutto intorno le muffe e le stalattiti si cristallizzavano illuminando l'oscuro antro di una luce argentea. Il Cavaliere la raggiunse, stringendola a se con le labbra le sfiorò le guance, le lacrime divennero perle con esse cinse il collo nudo di Principessina, poi dal mantello prese la pietra azzurra la incastonò nell'orecchino ridandola alla sua padroncina, infine avvolse la fanciulla nel suo mantello e affidandosi alla spada magica prese la via del ritorno. Giunti all'uscita della grotta la nebbia gli avvolse nuovamente Principessina si tolse l'orecchino e lo lanciò nella nebbia, improvvisamente la luna squarciò l'oscurità illuminando l'argentea spiaggia e l'immensità del mare ove una miriade di stelle riflettevano la loro luce...
by
Massimo
lunedì 8 dicembre 2008
Sponde
Sponde
Dov’è l’amor dichiarato
promesso e poi rubato,
come quel cuore arcano
colmo di gelosia
il cui sogno
rubò la vita mia?..
Quante ombre profila
questa notte scura,
incedono gelide
in una danza tribale,
scherniscono la mente
percossa dalla grandine,
fiumi straripano
trascinando logori fuscelli
di remoti sogni.
Facile abbandonarsi
al torpore che m’assale
dissolversi nel vuoto
senza remore…
Ed ecco aggrapparmi
alla tenue luce… Timida,
avanza senza inganno
seguita da una soave melodia
l’oscurità dilegua
carezza l’anima mia,
delicata, mi porge la mano
colma d’amore puro.
Facile dirle ti amo,
infrangere il fragile velo
perdermi nel desiderio
svegliarmi poi lontano,
scudo l’abbraccio sincero
così caldo, così umano…
Sponda parallela,
argine del fiume in piena,
sei sempre tu amica mia
senza inganno, senza gelosia,
un raggio di sole
in questa notte buia….
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Per Te Rosanna
La mia risposta d'amicizia
Massimo
IL SENTIERO DEI PETALI ROSSI (La Principessina e il Cavaliere Bianco)
e il sole sovrastava incontrastato sulle alture dominanti le colline.
senza però alcun dire al suo Cavaliere Bianco...il suo Angelo...
fino ad inoltrarsi nel cuore della foresta. Tutt'un tratto scorse nel suo cammino dei petali di un rosso intenso, posti a terra come fossero delle precise impronte da seguire...
Non seppe resistere...tolse il mantello e l'abito del color del cielo e si immerse lasciandosi cullare dalle tiepide e calme acque...nuotò felice fino alle cascate che scorrevano lievi sui suoi capelli dorati...rimase così a lungo, per assaporarne ogni attimo di quell'incanto.
La "Principessina" salì sul suo destriero che, fedele l'attendeva sul ciglio del lago, e insieme si allontanarono verso la strada del ritorno. La strada del ritorno?? Il sentiero dei petali di velluto rosso...dov'era?
I petali non c'erano più...li aveva raccolti tutti Lei!
E mentre la sera sopraggiungeva impavida,
la "Principessina" con il suo destriero bianco
iniziò ad inoltrarsi nella foresta a Lei sconosciuta, alla ricerca del sentiero smarrito...
vagò per diversi viottoli sterrati ma nessuno conduceva alle colline e al suo castello!
La notte la colse inerme...rumori indefinibili, strane figure, occhi piccini che si posavano su di Lei... Smarrita ed in preda al panico la "Principessina" spronò il suo destriero che iniziò a correre imbizzarrito strusciando contro angusti e spettrali alberi e rovi così tanto da far sì di creare alcuni strappi al mantello argentato della "Principessina" facendo cadere a terra quà e là alcune pezze...
In quel preciso istante il "Cavaliere Bianco" fece aprire le inferriate del castello ed, in sella al suo destriero, corse alla ricerca di quella piccola creatura smarrita...come aveva potuto non esserle accanto!?
I rumori indefinibili di prima divennero assordanti e gnomi e folletti cattivi si stavano avvicinando a Lei...sempre più vicini. Il sentiero sterrato...un tronco posto in mezzo di proposito per fermare quella corsa, il destriero che s'impenna all'ostacolo...lo sbalzo a terra...e la "Principessina" non ricordò più nulla...svenne così dal troppo terrore mentre un suo orecchino di una lucente e brillante luce azzurra le si sfilò e cadde non distante da Lei. Il destriero impaurito continuò la sua sfrenata corsa alla ricerca del castello per portare notizia della sventura della "Principessina al suo Cavaliere Bianco..........
by
L'AMORE E L'AMICIZIA
mercoledì 3 dicembre 2008
L'oblio dei sensi
martedì 2 dicembre 2008
CAREZZA SFIORATA
flebile...tranquillo...
adombrato...triste...
immaginavo le Tue posture
mentre in voce Ti mostravi
Ti spogliavi
e sempre in voce mi desideravi
parole dopo parole
abissi colmi di desideri
ti lasciavi andare
facevi trasparire le Tue tristezze
nelle descrizioni di vite altrui
sottolineavi le Tue inquietudini
più il Tuo fiato mi era vicino
e più ti sentivo sfuggente...
I miei desideri invece
melanconici...
non nascondevano
tutto Ti era messo lì
nessun gioco...
nessun doppio senso...
volerti...
dirtelo...
ansimavi...
Amore nell'amore
schiavitù d'Amore
e quel grande ingegno
dei Tuoi caldi pensieri
liberartene
per essere libero
sentirti libero
entità libera
e non un gesto...
per poi tristemente rientrarvi
chiudevi quella porta...quella cella...
non un solo pensiero t'era rimasto
Amore dolce amore
Amore dell'amore colto
insegnato...
egoista...
obbligato ad amare
nella quantità richiesta
amato nella quantità pretesa
sorridi
ma nei Tuoi pensieri
d'un momento solo un ricordo
un torrido desiderio
amare nuovamente amare
amare nella quantità del fremito
velocemente...
incandescente...
lungo la schiena
per poi rinchiuderti nuovamente
Sinceramente
Rosanna
TU
LA VOCE DELL'AMORE
cingono il sentiero
dell’amore universale.
A Te che vesti d’iride,
con licenza
di colui che è in mare,
una rosa bianca voglio donare…
Leggiadre
giungono le Tue parole,
affiora un brivido,
un emozione percorre la pelle
intenso profumo di mare, di sole.
Nella notte senza stelle
la nuova melodia
innalza l’anima mia,
ed è Poesia….
Massimo
lunedì 1 dicembre 2008
TRA DUE CASTELLI
bianco ed incontrastato
con le sue braccia imperiali
rapito da due verdi occhi
Lei aprì il suo cuore
by